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La Lampre lascia il ciclismo: viaggio esclusivo nella storia di un marchio che ha scritto la storia di questo sport per oltre un quarto di secolo

La Lampre lascia il ciclismo: viaggio esclusivo nella storia di un marchio che ha scritto la storia di questo sport per oltre un quarto di secolo

4 Gennaio 2017

​La notizia era nell’aria da mesi ma ora è ufficiale, ieri, mercoledì 3 gennaio 2017 è ufficialmente finita un’epoca del ciclismo italiano: la Lampre lascia il Ciclismo.
LA STORIA 

Chi scrive ha appena 23 anni e da quando ha memoria ricorda questo nome, la Lampre, così come la Fassa Bortolo, la Domina Vacanze e la Liquigas rappresentavano lo zoccolo duro del circuito mondiale e portavano in alto l’orgoglio azzurro dei pedali. Ieri è finita un’epoca, è finita l’epoca dei grandi velocisti italiani in una squadra italiana, è finita l’epoca dei cacciatori di tappe e degli uomini da classiche italiani in una squadra italiana. 

La Lampre per oltre un quarto di secolo ha fatto crescere campioni, dalla Lampre ci sono passati tutti, da Ballan a Bruseghin, da Petacchi a Scarponi senza dimenticare le mitiche imprese del Gibo Simoni e di un giovanotto di nome Damiano Cunego. Il Giro 2011 di scarponi, le tante tappe di Petacchi e Ballan nei grandi giri, il mondiale di Ballan e i due Lombardia di Cunego sono solo alcuni dei tantissimi successi con la maglia sponsorizzata Lampre. 
LE DICHIARAZIONI

Ieri la società Lombarda che si occupa di laminati ha comunicato la fine della collaborazione con Giuseppe Saronni e con la CGS Cycling.

«Unico desiderio è sempre stato la salvaguardia di quel gruppo di professionisti che per molti anni hanno portato il nome Lampre in giro per il mondo» queste parole dette da Emanuele Galbusera saranno probabilmente le ultime parole della Lampre nel ciclismo, ultime parole di un viaggio che ha scritto la storia del ciclismo in Italia e nel mondo, grazie Lampre.

Oggi non è il momento di fare polemica ma solamente di renderci conto che il ciclismo sta cambiando, non si può che concludere dicendo che non c’è più il ciclismo di una volta.

© Ciclismo Oggi

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