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CICLOTURISMO: A SPASSO TRA LE LANGHE DEI CASTELLI

CICLOTURISMO: A SPASSO TRA LE LANGHE DEI CASTELLI

Castello di Grinzane Cavour - FOTO EMANUELE BARRA

16 Ottobre 2021

PIEMONTE – PROVINCIA DI CUNEO

Un susseguirsi di colline pettinate da vigneti e borghi turriti: i quaranta chilometri in bici tra i castelli del Barolo sono tutti uno spettacolo senza tregua. Ma ci sono alcuni highlight da non perdere, a cominciare dai punti panoramici, come il pianoro dopo Monforte, la discesa verso Serralunga e il belvedere di La Morra.

Il castello di Serralunga (nella foto, info: castellodiserralunga.it), risalente alla metà del Milletrecento e ben conservato nella sua struttura originale, merita una visita anche solo per il fatto di vantare l’unico donjon di stampo francese in Italia.

Ma altri due castelli caratterizzano questo itinerario “di torre in torre”: quello di Grinzane Cavour e quello di Barolo. Il castello di Grinzane Cavour (info: castellogrinzane.com) è sede dell’Enoteca Regionale Piemontese “Cavour”, costituita nel 1967, prima fra quelle della Regione. Ad accogliervi, tra antiche stanze, cimeli storici e nobili bicchieri di vino, lo spirito di un illustre padrone di casa: il Conte Camillo Benso di Cavour, che qui soggiornò tra il 1832 e il 1849, periodo in cui fu sindaco di Grinzane.

Castello più vini, in questa zona, è un’accoppiata diffusa: anche il castello di Barolo (info: wimubarolo.it) ospita un’enoteca, all’interno del WiMu, il più innovativo museo del vino in Italia e uno tra i più importanti al mondo. Qui si può scoprire la storia della nascita del più nobile Docg piemontese, grazie all’intuizione di Juliette Colbert, moglie dell’ultimo erede dei marchesi Falletti. Fu lei, infatti, a far realizzare le cantine interrate, indispensabili per l’invecchiamento del vino. E a far diventare famoso il Barolo, con un lungimirante omaggio di botti al re Carlo Alberto.

A proposito di storie legate ai Savoia, da non perdere nel percorso in bici una piccola digressione all’altezza di Serralunga: la tenuta vinicola di Fontanafredda (info: fontanafredda.it), fatta grande da Emanuele di Mirafiori, figlio di Vittorio Emanuele II, fu in origine la cornice della relazione tra il re e la Bella Rosina.

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